Gail Dines: Crescere nella cultura del porno

Oggi inauguriamo finalmente una nuova sezione del nostro sito e un nuovo percorso che vorremmo iniziate con voi. Nel 2014 una nostra compagna ha incontrato Gail Dines a Londra durante la conferenza Stop Porn Culture, si era creato un gemellaggio USA-UK con la nascita del gruppo di Londra Resist Porn Culture. Incontrare Gail è stata un’esperienza unica, il suo attivismo femminista, la sua passione politica, la sua lotta contro l’industria porno a fianco delle donne e le ragazze ci ha conquistate. Dopo l’incontro Gail ci ha incoraggiate ad aprire anche in Italia un gruppo di ricerca e attivismo analogo a quello che aveva fondato, dopo anni il progetto adesso è realtà. L’industria del porno è responsabile della morte di milioni di donne e minori nel mondo, un’industria che si nutre e alimenta la misoginia a livello globale. Una realtà che viene rappresentata come “mondo parallelo”, fantasia contrapposta al mondo reale, quando le donne che vengono stuprate, torturate e sottoposte ad ogni genere di violenza sono reali. Il messaggio che viene veicolato però è che quelle donne sono diverse, come le donne prostituite sono donne che possono o scelgono di essere abusate, l’erotizzazione della violenza serve per normalizzarla e cancellarla in modo che il patriarcato possa continuare ad esercitare la sua dittatura sui corpi delle donne e le bambine. Non è possibile parlare di pornografia senza parlare di prostituzione: la pornografia come dice Rachel Moran è prostituzione filmata. Un numero sempre crescente di donne che hanno lasciato la pornografia ha rivelato le condizioni di sfruttamento, violenza fisica e psicologica che erano costrette ad accettare, molte di loro sono vittime di tratta o sfruttamento sessuale. Obiettivo di questa sessione è indagare il legame tra prostituzione e pornografia e tra industria del sesso e il persistere della violenza maschile sulle donne. Raccoglieremo testimonianze di sopravvissute, saggi di accademiche e attiviste ma anche racconti personali politici, a partire dai nostri, di tutte quelle donne e ragazze che hanno avuto esperienza della pornografia al di qua dello schermo dove la violenza maschile si esercita sulle figlie, le compagne, le fidanzate, le mogli. Abbiamo scelto proprio la voce potente di Gail Dines per iniziare la nostra azione di denuncia contro l’industria del porno e il danno grave che produce nella vita di donne e minori. Vogliamo che le nuove generazioni sviluppino una resistenza-resilienza contro la cultura del porno, fare resistenza è un atto di ribellione profonda, significa non piegare la testa, fare a pezzi il patriarcato.
di Ilaria Maccaroni
Riportiamo di seguito alcune riflessioni della Professoressa Gail Dines, principale studiosa e attivista contro la pornografia a livello mondiale, invitata al webinar organizzato da Mujeres Por la Abolición intitolato “Abolición de la pornografía y lectura del manifiesto de la II Marcha Abolicionista” (Abolizione della pornografia e lettura del Manifesto della II Marcha Abolizionista) tenutosi lo scorso 19 settembre 2020 e inserito all’interno di un ciclo di seminari dedicati a temi della prostituzione, della pornografia e dell’abolizionismo.
Gail Dines è autrice di articoli e saggi sull’industria del porno e sulla violenza sessuale da oltre 30 anni. Il suo libro “Pornland: How Porn Has Hijacked Our Sexuality”, pubblicato nel 2010, è stato tradotto in quattro lingue. Dines è Professoressa emerita di sociologia e studi sulle donne al Wheelock College di Boston, è inoltre fondatrice e presidente dell’organizzazione no profit Culture Reframed, impegnata nella costruzione della resistenza e resilienza dei giovani ai media ipersessualizzati e al porno. Culture Reframed lavora per trovare una “soluzione alla crisi della salute pubblica dell’era digitale”. Oratrice di fama internazionale e consulente di enti governativi negli USA e all’estero, Gail Dines è stata descritta come una delle principali studiose e attiviste anti-porno del mondo. Compare regolarmente sui maggiori media internazionali e ha ricevuto numerosi premi internazionali. Suoi articoli sono stati pubblicati su diverse testate giornalistiche come The New York Times, Time, Newsweek, The Washington Post, The Guardian, Vogue, Cosmopolitan, The Conversation e Huffington Post. Sul suo lavoro è stato realizzato un film dalla Media Education Foundation intitolato “Pornland: The Documentary”.
Un problema di salute pubblica
Gail Dines sostiene che la presenza della pornografia online nella nostra cultura sia diventata un problema di salute pubblica, che la cultura porno, veicolata spesso e volentieri dai media mainstream, sta avendo un impatto devastante sui giovani e sugli adolescenti. Grazie a questa cultura pornografica, le bambine e le adolescenti di oggi imparano a comportarsi come “oggetti scopabili” per poter essere riconosciute nella società. Queste ragazzine stanno crescendo in una cultura fatta di immagini su Internet che è completamente diversa da quella in cui sono cresciute le donne adulte che oggi hanno 40 o 50 anni, e che all’epoca conoscevano soltanto le riviste cartacee. E le immagini, oggigiorno molto più di prima, umanizzano la seduzione; attraversano il nostro cervello e conquistano uno spazio al suo interno in cui diventano reali; di conseguenza, le donne si paragonano sempre di più a quelle immagini, anche quando queste sono fittizie, anche quando riproducono corpi finti, ritoccati e inesistenti.
Le ragazze stanno crescendo con questa percezione visiva di sé, ipersessualizzata, perché sono proprio le immagini femminili delle pubblicità, come quelle pubblicizzate da Victoria’s Secret (il famoso marchio statunitense di lingerie e prodotti di bellezza), ad avere queste peculiarità, come ad esempio quello sguardo che invita gli uomini al sesso. Le adolescenti di oggi sanno perfettamente riprodurre e imitare quello sguardo, ribattezzato da Gail Dines come “lo sguardo della scopata”, e sono coscienti del fatto che a renderle sexy è proprio la loro disponibilità sessuale di fronte ai ragazzi, i quali, al contrario, imparano fin da piccoli che l’aggressività sessuale è una caratteristica fondante della sessualità maschile.
La cultura popolare mainstream è quella che prepara i bambini e le bambine all’accettazione della cultura porno: le ragazze si percepiscono sempre di più come oggetti scopabili usa e getta, mentre i ragazzi diventano consumatori di sesso insensibili e insaziabili, utenti perfetti dell’industria del porno.
Ma a gettare le basi del porno di oggi sono state, senza dubbio, le grandi riviste pornografiche del passato. Come siamo arrivati da quelle riviste come Playboy ai contenuti web dei maggiori siti porno di oggi, è davvero incredibile.
Industria del porno e violenza maschile sulle donne: il caso Pornhub
Pornhub è il sito con più visualizzazioni al mondo, ancora più di Amazon e Tweeter messi insieme. Un terzo dei siti di Internet ha a che fare, in un modo o nell’altro, con la pornografia, un terzo dei download contengono materiale pornografico, di fatti la pornografia è pioniera dell’innovazione su Internet. I bambini cominciano a vedere pornografia su Internet a 7 o 8 anni. La pornografia è un mercato enorme: l’industria del porno opera in modo molto sofisticato, ci sono produttori, attori, tecnologia all’avanguardia, la pornografia ha i suoi gruppi di pressioni (le così dette lobbies), stipula contratti con i grandi fondi di investimento, muove capitali ingenti, tutte queste società investono molti interessi nella pornografia ed è per questo che non si producono documentari informativi e di denuncia sopra questo enorme business.
Nella distribuzione dei video porno c’è una società chiamata MindGeek che funziona un po’ come l’Amazon del porno; controlla la maggior parte della pornografia che viene distribuita sul web a livello mondiale, è la distributrice porno più grande di tutte, è proprietaria dei 10 dei 15 siti porno più redditizi che sono, in pratica, quelli che hanno l’accesso gratuito. Tra questi c’è PornHub, che possiede un totale di 100 milioni di visitatori e migliaia e migliaia di video che vengono caricati sulle sue piattaforme ogni giorno, tanto che non si riuscirebbe mai a vedere tutto il porno presente su questo sito nemmeno volendo. Il porno mainstream, cioè quello a cui generalmente accede la gente comune, soprattutto uomini di ogni età e adolescenti, è quello in cui si vede ogni giorno l’immagine di una donna alla quale eiaculano in faccia, tanto che i giovani di oggi pensano che fare sesso significhi solo eiaculare in faccia a qualcuno. Il messaggio diretto agli uomini attraverso la masturbazione e l’eiaculazione è che sono loro a far parte della classe superiore.
A marzo, durante il confinamento in questo periodo di pandemia, l’industria ha reso gratuita la maggior parte dei suoi contenuti Prime, mentre l’accesso ai contenuti più sofisticati lo si può avere al costo di 60 euro al mese; il risultato sono 134 milioni di visitatori al giorno, uomini che vengono esposti a un porno sempre più aggressivo nei confronti delle donne, che poi ripropongono dentro e fuori le mura domestiche, ciò che ha reso la vita di alcune donne vittime di violenza domestica ancora più difficile. Soltanto in Italia durante il confinamento le connessioni ai siti porno sono aumentate del 57%. L’Industria si approfitta di qualunque opportunità, finanche della tragedia, tanto che oggi possiede circa 15 milioni di video porno a tematica Covid19, nei quali appaiono donne in quarantena, con la mascherina e quattro medici che le stanno penetrando ecc … In pratica, ha approfittato del Covid per produrre sempre più video porno. Su Pornhub il 90% dei contenuti online, ai quali anche un bambino può accedere con una ricerca di soli tre minuti, contiene almeno una forma di aggressività contro le donne. Eiaculazione facciale, introduzione del pene nell’ano e poi nella bocca, sputi in faccia, penetrazione tripla di tre uomini contemporaneamente, uomini che riempiono la donna di sperma chiamandola troia, mignotta ecc … La tipologia di violenza comune di un video di Pornhub è il gagging: gli attori spingono il pene talmente infondo alla gola delle donne, avvicinando la testa affinché ingoino lo sperma tanto da farle piangere; si comportano da psicopatici privi di alcuna empatia. Il gagging comporta anche lo strangolamento, cioè la stretta delle mani attorno alla gola; è possibile che durante questa pratica di tortura, gli attori lascino la presa attorno al collo della donna proprio nel momento in cui sta per svenire. Gli effetti secondari di questa pratica sono molto pericolosi. Il sesso anale, ad esempio, può causare il prolasso dell’ano che non è così semplice da curare, ed è per questo che le donne non resistono per più di tre mesi nell’Industria del Porno, perché non riescono a sopportare le vessazioni e la violenza che subiscono ogni giorno. Cento anni di ricerca e studi empirici dimostrano la portata del danno causato dalla pornografia sulle persone: quanto prima i ragazzi accedono al porno e meno capacità di intimità relazionale riescono a sviluppare con le loro partner, più possibilità ci sono che perpetrino la violenza e l’abuso sessuale o che abbiano disfunzione erettile; più sono fruitori di porno e maggiori possibilità hanno di commettere una qualche forma di violenza contro una donna.
L’impatto della pornografia su bambini e adolescenti
Tutto ciò è davvero orribile anche perché le persone non capisco l’impatto che la pornografia sta avendo sui bambini. Neanche i mezzi di comunicazione comprendono l’enormità di tale impatto sugli adolescenti. Le donne nella pornografia piangono sempre, soffrono tanto. Figuriamoci cosa penserebbe un bambino di 11 anni che accede a dei contenuti porno per la prima volta, riuscirebbe a sopportare così tanto orrore? Quando vedono del porno online, i ragazzi possono leggere slogan come questo: “Prendiamo una puttana e le facciamo tutto quello che qualunque uomo vorrebbe farle”. Questo non è vero, non tutti gli uomini hanno gli stessi desideri. Queste frasi manipolano le menti dei bambini e degli adolescenti, perché comunicano loro che se vogliono essere dei veri uomini è così che si devono comportare. Quando i bambini e gli adolescenti cercano sesso online, non vogliono vedere quello che i siti porno offrono loro, immagini in cui si propone del sesso anale violento in cui le donne vengono umiliate, un mondo d’odio, tortura, paura ed eccitazione, un mondo nel quale e grazie al quale generazioni di bambini e adolescenti vengono traumatizzati e spinti a riproporre nell’intimità con un’altra persona, le stesse torture e gli stessi comportamenti violenti. È così che l’Industria del Porno approfitta del trauma che crea nei più giovani, perché dalle immagini della pornografia online è facile passare al sesso reale.
Esistono circa 100 categorie di porno rivolto agli adolescenti: il cellulare è il mezzo principale con il quale i bambini accedono al porno attraverso le reti sociali. Il sito web più grande di tutti è Tick Tock in cui ci sono molti predatori. Su Instagram il porno si nasconde dietro le iconcine (disegni che gli adolescenti usano per alludere al sesso come le melanzane che rappresentano il pene, le ciliegie che rappresentano i testicoli, la pesca che rappresenta il sesso anale, le goccioline d’acqua l’eiaculazione e via discorrendo), così che i ragazzi cercano siti porno attraverso queste iconcine ed emoticons che compaiono sulle reti sociali.
La lotta contro la cultura del porno
Viviamo in una cultura tossica che dobbiamo ripulire e il modo migliore per riuscirci è legare e abbattere questo mostro pornografico e possiamo farlo, afferma Gail Dines, grazie a Cultural Reframed. Un sito la cui visione è quella di creare un mondo di uguaglianza ed empatia e sconfiggere, allo stesso tempo, la cultura porno. Questo progetto è rivolto a genitori, insegnanti, pediatri, professionisti di settore e mette a disposizione i migliori strumenti per educare i nostri figli. Il porno è un prodotto fatto da e per gli uomini, che sono i maggiori consumatori di sesso, prostituzione e porno online, nonché dell’industria del sesso in generale.
Purtroppo, molte donne e ragazze giovani, oggigiorno, si sentono attratte dal porno perché vedono in esso una potente arma di eccitazione degli uomini. Ma il fatto che piaccia qualcosa, non vuol dire che essa sia accettabile e corretta in termini etici e sociali.
Ai bambini e adolescenti, inoltre, va insegnato a pensare con il loro cervello, gli si deve dare fiducia e dire loro che potranno essere adulti meravigliosi ma se diventano fruitori di porno, la loro sessualità sarà irrevocabilmente regalata a un gruppo di capitalisti senza scrupoli pronti a strappare loro di dosso la loro sessualità e la capacità di empatizzare e di innamorarsi. È questo che dobbiamo impedire. La pornizzazione della cultura operata da produttori, puttanieri e sfruttatori non deve essere più permessa.
