Mito 9: Il porno amatoriale va bene perché nessuno ci guadagna sopra

Traduzione di Giulia C. 10 miti sulla pornografia a cura dell’Associazione Talita

Molti ritengono che il cosiddetto porno amatoriale non sia prodotto a fini commerciali, e che pertanto i suoi contenuti siano più rispettosi della parità tra i sessi e non reifichino le donne. Ma è impossibile assicurarsi che la pornografia amatoriale non sia in realtà stata prodotta a fini commerciali, o che tutti i partecipanti siano d’accordo su quello che viene filmato e con il fatto che lo sia. Per esempio, non è raro che i compratori di sesso paghino le donne prostituite un extra per filmare l’atto sessuale, che può poi essere caricato online. La pornografia amatoriale è anche un genere specifico all’interno dell’industria del porno, e nella maggioranza dei casi non è meno commerciale del resto delle produzioni pornografiche[1].

Gli studi mostrano che il porno amatoriale veicola gli stessi ruoli e stereotipi di genere della pornografia mainstream[2]. Uno studio del 2014 su 400 tra i porno più popolari, ha riscontrato che la pornografia amatoriale contiene ancora più violenza e oggettificazione delle altre forme di pornografia[3].

Inoltre, alcuni generi nelle pagine di pornografia amatoriale come “ex-moglie”, “ex-ragazza” e “revenge porn” suggeriscono che questi film e video non sono stati creati in modo consensuale da parte di entrambi i partecipanti.  Inviarsi immagini e video di nudi, il cosiddetto “sexting”, è una pratica sempre più comune tra i giovani, e questo materiale può essere diffuso molto facilmente, finendo poi sui siti porno o tra le mani di uomini che lo utilizzeranno per ricattare e adescare giovani vittime al fine di abusare di loro. In tutto il mondo le case rifugio per donne e bambine riportano che spesso gli autori di violenza sessuale filmano gli abusi che commettono e/o diffondono online le immagini delle vittime senza il loro consenso.


[1] Attwood, F. (2009). Mainstreaming sex: The sexualization of western culture. London: I.B. Tauris.

[2] Van Doorn, N. (2010). “User-Generated Pornography, Gender Reification, and Visual Pleasure.” Convergence: The International Journal of Research into New Media Technologies, 16(4):411-430.

[3] Klaassen, M., and J. Peter (2014). “Gender (In)equality in Internet Pornography: A Content Analysis of Popular Pornographic Internet Videos.” The Journal of Sex Research, 52:721-735.

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