Mito 10: La pornografia non è prostituzione

Traduzione di Giulia C. “10 miti sulla pornografia” a cura dell’Associazione Talita.
Spesso le persone distinguono tra pornografia e prostituzione; la prima avviene sullo schermo, l’altra in quella che chiamiamo “realtà”. Eppure, la pornografia non è che un’altra forma di prostituzione: “una o più persone che compiono un atto sessuale in cambio di un compenso”. In realtà la pornografia e la prostituzione non sono due mondi separati, e molti siti porno traggono parte dei loro profitti dalle “live video chats” e da pubblicità di pagine di escort dove le donne vengono comprate e vendute³. Non è una coincidenza che la maggioranza delle donne e delle ragazze che si trovano nelle video chat online provengano da Paesi in via di sviluppo, appartengano a minoranze o non siano bianche.
Gli studi in merito mostrano che, come per le donne prostituite, le donne che prendono parte alla produzione di pornografia provengono da contesti svantaggiati e situazioni di povertà, abuso sessuale infantile o mancanza di un alloggio¹⁵. Gli studi mostrano anche che le donne prostituite vengono usate anche nella pornografia: una ricerca effettuata su 854 persone prostituite in 9 Paesi ha riscontrato che il 49% di queste era stata usata anche all’interno della pornografia[1]. In totale, il 68% delle partecipanti alla ricerca presentavano i sintomi clinici del disturbo da stress post traumatico (PTSD), la stessa percentuale di PTSD presente tra le sopravvissute all’abuso sessuale, tra le vittime di violenza, tra i veterani di guerra e tra i rifugiati che hanno subito torture. Le persone prostituite usate nella pornografia mostravano sintomi più severi di PTSD rispetto alle altre. Le sopravvissute alla pornografia, alla prostituzione e al traffico di esseri umani affermano che la pornografia è una forma di prostituzione particolarmente traumatica poiché le immagini del proprio abuso non potranno mai essere rimosse da Internet[2].
Il forte collegamento tra pornografia e prostituzione è evidenziato anche dagli studi sulla domanda di sesso a pagamento. Secondo questi studi, gli uomini che fanno uso di pornografia comprano sesso in misura maggiore rispetto alla media, e i compratori di sesso vogliono mettere in atto o “ricreare” con le donne prostituite quello che hanno visto nei film porno[3]. Gli ultimi report della polizia svedese indicano che la polizia arresta uomini sempre più giovani per il reato dell’acquisto di sesso, e associano questo fenomeno al crescente e diffuso consumo di pornografia. “Un ragazzo di 15 anni non si sveglia una mattina e decide all’improvviso di comprare del sesso. Nel nostro lavoro constatiamo continuamente che i compratori di sesso sono assidui consumatori di pornografia”, afferma l’ex responsabile dell’unità contro la prostituzione della polizia di Stoccolma, l’Ispettore Simon Häggström[4]. Quindi, rafforzando la tendenza degli uomini e dei ragazzi a comprare i corpi delle donne e delle ragazze, la pornografia alimenta la domanda di sesso a pagamento e di traffico di esseri umani.
[1] Farley et al. (2004). ”Prostitution and Trafficking in Nine Countries: An Update on Violence and Posttraumatic Stress Disorder.” Journal of Trauma Practice, 2:33-74.
[2] Donevan, M. (2018). Preliminary results from Talita’s study on the pornography industry.
[3] Farley, M., Golding, J., Matthews, E., Malamuth, N., and L. Jarrett. (2015). “Comparing sex buyers with men who do not buy sex: New data on prostitution and trafficking.” Journal of Interpersonal Violence, DOI: 10.1177/0886260515600874; Monto, M., and N. McRee. (2005). “A comparison of the male customers of female street prostitutes with national samples of men.” International Journal of Offender Therapy and Comparative Criminology, 49:505-529.
[4] ”Vi måste prata mer om sexköparna”. Fråga Doktorn 2017-04-24. Retrieved from: https://www.svt.se/fraga-doktorn/vi-maste-prata-mer-om-sexkoparna/